Gruppo Missionario Bellinzago | Sandro Gavinelli
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Sandro Gavinelli

Sandro Gavinelli

Data e luogo di nascita 23 luglio 1945 – Bellinzago Novarese
Primo paese di missione Cuenca - Ecuador
Data di entrata nella missione 01/11/67
Attualmente missionario in Esmeraldas - Ecuador
Dal 01/04/95

Sono arrivato nella mia prima missione a Cuenca (Ecuador) nel 1967.
Qui ho svolto per 10 anni, in un centro o scuola professionale, il compito di preparare i giovani al lavoro.
Sono stato mandato poi, nel 1977, Guayaquil, sempre in Ecuador, a formare una nuova scuola professionale in una zona periferica della città. Qui sono rimasto 14 anni.
Ho passato poi quattro anni con i ragazzi di strada della zono Quito (capitale dell’Ecuador).
Dal 1995 mi trovo in Esmeraldos, dove ho ricevuto nuovamente l’incarico di fondare una nuova scuola professionale per ragazzi afroecuatoriani.

Lettere

25 Dicembre 2015

CARI AMICI DEL GRUPPO MISSIONARIO:

Come sempre nel mese di novembre, ho ricevuto la vostra collaborazione economica che date a tutti i missionari di Bellinzago.

E’ un bellissimo gesto di generosità, frutto del vostro sforzo, del vostro sacrificio, della vostra fede.

Grazie. Grazie anche per tutti quelli che forse non vi possono rispondere, o per malattia, o per anzianità, o per altri motivi.

Purtroppo siamo sempre di meno. Spero che questo Papa, con i suoi messaggi di andare in periferia e all’incontro dei poveri, con la sua forma semplice e vicina di comunicare, con il suo esempio di povertà, inspiri nuove vocazioni missionarie, che entusiasmi giovani generosi disposti a seguire Gesù povero, anche nel nostro paese.

Approfitto anche per ringraziarvi della accoglienza che mi avete brindato l’anno scorso, durante il mese che io ho passato a Bellinzago, insieme ai miei fratelli. La vostra amicizia, la vostra vicinanza, sempre mi ha fatto sentire come “in casa”, e l’incontro che abbiamo avuto mi ha rafforzato nell’ideale religioso e missionario.

Sentiamoci vicini nel ricordo e nella preghiera, e che il buon Gesù e la Madonna vi accompagnino e benedicano sempre, insieme a tutti i vostri cari, amici e benefattori.

Un forte abbraccio a tutti.

Con affetto e riconoscenza

Sandro Gavinelli

29 Novembre 2013

Cari amici del Gruppo Missionario

Spero che questo messaggio vi trovi tutti bene e in salute, insieme a tutte le vostre care famiglie.
Mio fratello Roberto mi aveva indicato che il vostro gruppo mi avrebbe inviato una offerta, come appoggio e aiuto alla mia missione con i ragazzi.
Es é arrivata puntualmente come sempre.
So che fate tutti gli anni attivitá per aiutare i missionari di Bellinzago, anche se purtroppo siamo sempre meno. Peró il vostro sforzo, il vostro affetto per noi, la vostra generositá, sono le mani di Dio che aiutano tutti gli anni le nostre attivitá, per riuscire, poco a poco, a formare questa nuova societá del Regno di Dio, dove regni la pace, la giustizia e l’amore. Il caro Papa Francesco con la sua bontá, con la sua vicinanza alla gente, con il suo esempio di povertá e umiltá, con la sua predicazione facile e chiara, stá aprendo nuovi orizzonti a tutta la Chiesa, e si sente un rinascere della speranza, della allegría, del entusiasmo di vivere la vida cristiana, perché abbiamo un Padre amoroso e cosí misericordioso che é felice quando ci perdona.
E anche per i vescovi ed i sacerdoti ha un messaggio chiaro quando dice che devono avere odore a pecora, che devono lasciare gli uffici e le chiese per andare in cerca delle pecore sperdute, e che devono cercare Dio nelle periferie e tra i poveri.
Questo ricorda a noi latinomericani la “Teología della Liberazione” che fu molto condannata in passato e che adesso prende nuovo vigore.
Que Iddio vi benedica tutti, voi e le vostre familie, amici e persone a voi care. E vi dia la forza di continuare con il vostro impegno e entusiasmo per costruire insieme una nueva societá piú giusta, umana e cristiana.
GRAZIE A TUTTI.

8 Dicembre 2012

Oggi, 8 di dicembre, é festa della Madonna. Per noi salesiani é una data importante e una festa molto bella. L’8 di dicembre del 1841 don Bosco ha ricevuto in una sacristia dove si preparava per celebrare la messa, a un ragazzo di 12 o 13 anni di nome Bartolomé Garelli. Era una domenica. Con lui e poi tutte le domeniche, e insieme ad altri ragazzi attratti dallo stesso Garelli, don Bosco cominció la avventura degli oratori e della Congregazione Salesiana. Era il tempo dove cominciava in Italia la rivoluzione industriale, con una migrazione spaventosa di famiglie, donne, uomini e ragazzi, dalla campagna alle cittá in cerca di lavoro. Bambini di dieci, undici, dodici anni, lavoravano sedici ore al giorno a sevizio delle prime grandi fabbriche tessili che funzionavano con le macchine a vapore, o sotto terra, nelle miniere, per estrarre il carbone necessario per il loro funzionamento. L’oratorio di Don Bosco raccoglieva giustamente tutti questi ragazzi, molti di loro orfani, garzoni di muratori, spazzacamini, o che si passavano la domenica nelle strade, senza far niente, litigando, giocando ai soldi, o formando piccole bande fuori dalla legge. E don Bosco offre loro il fine settimana uno spazio dove possono sentisi ancora bambini, dove possono vivere in pieno la loro gioventú, con giochi, canti, musica, passeggiate, teatro, sport, e attraverso tutto questo una formazione umana e religiosa. E poi, poco a poco, in base alle necessitá dei ragazzi, don Bosco costruisce un internato per gli orfani o per i ragazzi che vivono lontano, poi per andare incontro ai ragazzi che sono senza lavoro o sfruttati nelle fabbriche li prepara al lavoro con i suoi laboratori, inventa le scuole serali per persone giá lavorando e che hanno bisogno di una preparazione, e poco a poco forma anche i suoi collaboratori che poi chiamará “Salesiani”.

Per questo noi, ieri venerdí, abbiamo fatto festa grande. Una messa solenne ha aperto la giornata fatta di giochi, musica, teatro, ecc. Sú un grande palco al fondo del cortile si sono presentati a turno i tre complessi musicali del collegio; in tutti gli spazi disponibili si sono svolte le partite di calcetto, palla volo e palla canestro, che fanno parte delle olimpiadi inaugurate un mese fa; allo stesso tempo per le strade periferiche di Cuenca si é svolta una specie di maratona per i ragazzi che le piace correre. Al pomeriggio, lo stesso programma per i ragazzi delle medie. Di notte si sono svolti gli incontri di calcetto, palla volo e canestro per le mamme ed i papá dei ragazzi, fino alle dieci di sera, che continueranno per circa due mesi     

Questo pomeriggio abbiamo organizzato un incontro con i catechisti e animatori di tutti gli oratori di Cuenca.

In Cuenca ne abbiamo cinque: due delle suore salesiane e tre di noi salesiani. Saremo circa trecento tra ragazzi e ragazze, giovani che insieme a noi portano avanti le attivitá degli oratori tra sabato e domenica. Vogliamo ricordare e celebrare insieme a loro questa data, ricordando l’inizio degli oratori con Don Bosco. E lo faremo a modo suo, con giochi, molta allegria, uno spuntino e una celebrazione liturgica.

Domani, domenica, avremo in cambio le attivitá nel nostro oratorio, ricordando la Madonna Immacolata. Sono circa 1.600 bambini e adolescenti che tra sabato e domenica si riuniscono e sotto la guida di catechisti e animatori passano una giornata allegra, tra diversioni, giochi, gruppi giovanili, e formazione umana e cristiana. Tendremo una messa solenne e poi abbiamo preparato una velata in onore a Maria Immacolata con la participazioni dei bambini e ragazzi con danze, coreografie, canti e musica. Alla fine daremo loro un piccolo spuntino.

L’altra sera, sono ritornato a casa verso le otto dovuto a una riunione, e ho potuto godere della illuminazione natalizia della cittá di Cuenca che non avevo mai visto. Nelle strade principali, a parte le illuminazioni natalizie dei negozi e case particolari, il municipio ha messo la sua, con stelle multicolori, alberi di natale; nelle piazze alcuni presepi di varie forme e colori; lungo le rive del fiume Tomebamba che passa in centro cittá ci sono fiori, forme natalizie, stelle, tutto questo illuminate a colori… Certamente il municipio lo fa per attrarre il turismo, peró allo stesso tempo crea per gli abitanti un clima spirituale, molto bello, simpatico, che piace.

Ieri ho letto che la Unesco ha proclamato in Cuenca che “los sombreros de paja toquilla” (i cappelli di paglia) che si producono in Cuenca e nei paesi vicini, sono stati dichiarati “patrimonio inmateriale della umanitá”. Sono famosi e sono stati chiamati falsamente “panamá”, perché li usavano i lavoratori che costruirono il Canale di Panamá, per riparasi dal sole. Peró li facevano prima in Cuenca e adesso nei paesi vicini. E’ un lavoro a mano molto faticoso, lungo (puó durare mesi a fare un cappello), mal pagato, che si riduce sempre piú al lavoro di poche decine di donne quasi tutte della terza etá. In base alla finitura del tessuto e al tipo, un cappello puó costare poche decine di dollari, ma anche piú di mille.

Voglio ringraziare tutti voi del bene che mi volete, dell’aiuto che mi date, del ricordo che avete per me e per i miei ragazzi. Vi auguro un bel e Santo Natale. Che Gesú Bambino che nascerá un’altra volta per vivere con noi benedica voi tutti, le vostre famiglie e tutti i vostri amici. Che vi porti la benedetta pace che tanto abbiamo bisogno, la alegría della fede e la speranza di un futuro migliore per tutti.

Un saluto e un forte abbraccio a tutti.

1 Ottobre 2012

Sandro Gavinelli ci scrive:

“Cari amici del Gruppo Missionario:

Mio fratello Roberto mi ha inviato il vostro indirizzo per cui vi mando la lettera di ringraziamento che avevo inviato all’oratorio. Ho visto anche la vostra pagina Web; é molto bella e mi congratulo con voi delle vostre belle iniziative.

Avanti sempre con fede, coraggio e speranza. Che Iddio vi benedica.

Mi fa vergogna scrivervi solo quando sono interessato, voglio dire perché ho ricevuto la vostra offerta che fate tutti gli anni ai missionari bellinzaghesi.

Io vi ringrazio molto, a nome anche dei miei bambini e ragazzi che cosí potró offrire loro un piccolo spuntino tutte le domeniche mattina, perché molti di loro vengono al catechismo senza mangiare la colazione.

Sono quasi 1.600 i bambini che ogni domenica vengono all’oratorio per assistere alla scuola di catechismo. Sono molti, peró prima erano di piú e arrivavano a 2.500. Io ho deciso di prenderne meno, perché mi sembrava che los parrocos scaricavano un poco la loro responsabilitá su di noi. E poi era difficile portare avanti tanti bambini con i catechisti che erano ancora molto giovani. Cosí stiamo meglio, ho buoni catechisti, e si puó fare un buon lavoro e in forma piú responsabile.

Sabato e domenica scorsa abbiamo cominciato le iscrizioni per il catechismo del prossimo anno 2012-2013. Come il numero degli iscritti é limitato, c’erano delle code che non finivano piú. Peró loro sanno che possiamo ricevere solo bambini che sono della nostra parrocchia e dintorni.

So che l’Italia stá ancora in crisi e che il problema della crescita, della mancanza di lavoro, specialmente dei giovani é ancora grave. Coraggio. Gesú ci insegna a essere ottimisti, ad avere fede e molta speranza. Tocca anche a noi metterci sotto, come cristiani, per costruire una nuova Italia che sia piú umana, piú bella, piú giusta. Fare che la economía tenga un volto umano, che gli interessi umani siano piú importanti che quelli economici; che la solidaritá e la giustizia siamo alla base di una vera pace. Per tutto il mondo.

Coraggio, ce la possiamo fare, perché Dio é con noi.

Un forte abbraccio a tutti voi, alla vostra familia, e che Iddio vi aiuti, vi protegga e vi accompagni per tutta la vita.

Grazie per tutto quello che fate per noi e per la nostra gente.

grazie di tutto.

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